Il femminicidio rappresenta una grave piaga della nostra società, sembra essere in continua crescita ed è la punta dell’iceberg di un atteggiamento più ampio che è rappresentato dalla violenza sulle donne.
I dati ISTAT del 2015 riportano che, in Italia, 6 milioni 788 mila donne hanno subito nella loro vita una forma di violenza:
• 20,7% violenza fisica;
• 21% violenza sessuale;
• 5,4% violenza sessuale come lo stupro.
Nel 2015 sono stati documentati dall’ISTAT 128 casi di femminicidio, per la maggior parte compiuti in ambito familiare dal coniuge o dal partner.
Sono stati individuati molteplici fattori di rischio che comprendono:
• Una storia di conflitto con il coniuge o il partner;
• Difficoltà familiari o giuridiche;
• Una storia di problemi di salute mentale, in particolare di depressione;
• Abuso di alcool o dipendenza da droga;
• Accesso alle armi da fuoco (quasi tutti i suicidi-omicidi sono commessi utilizzando una pistola).
Un comune sentimento malato, la gelosia, affiora però di frequente in tutte queste condizioni.
Perché l’uomo in realtà compie violenza sulla donna?
Possiamo ricondurre la causa della violenza a un disagio esistenziale legato all'immagine socialmente accettata dell'uomo come figura dominante.
Nonostante i progressi delle donne nell'indipendenza e nell'emancipazione, gli uomini non hanno avuto un'educazione evolutiva adeguata a questi cambiamenti. I modelli comunicativi e culturali ancora presenti nella società contribuiscono a mantenere una visione maschilista e patriarcale.
La violenza di genere si manifesta attraverso varie forme di comunicazione e i media spesso la rappresentano come un segno di potere e superiorità. L'emancipazione delle donne ha raggiunto livelli significativi, con donne che occupano ruoli tradizionalmente appannaggio degli uomini, eccellono nel campo accademico e ricoprono posizioni dirigenziali. Tuttavia, l'educazione degli uomini non ha seguito lo stesso percorso di cambiamento, il che può contribuire alle reazioni violente basate su un retaggio maschilista e patriarcale.
La frequente associazione tra suicidio e omicidio nei casi di femminicidio può essere vista come una forma di violenza esercitata dall'uomo su se stesso, esprimendo un disagio esistenziale piuttosto che una dimostrazione di forza.
La gelosia patologica è un fattore comune in questi casi, come dimostrato dal complesso di Otello, in cui la gelosia ossessiva porta alla violenza contro Desdemona.
La società attuale manca di figure che contrastino i modelli di manipolazione presenti nell'immaginario collettivo maschile, nella pubblicità ingannevole e nelle rappresentazioni mediatiche violente.
Sulla base di queste considerazioni la Fondazione Foresta ONLUS propone il progetto:
SALVIAMO OTELLO
Per poter salvare Desdemona
Il progetto prevede:
• Comunicazione su queste tematiche da parte dei medici della Fondazione in tutte le scuole medie e superiori;
• Organizzazione di dibattiti pubblici con esponenti della società e della cultura (in allegato 1, la bozza della prima manifestazione culturale);
• Organizzazione di un centro di ascolto a carico di psicoterapeuti presso la sede della Fondazione Foresta Onlus in via Gattamelata 11 (Numero Verde 800 100 123). Il centro di ascolto, non a scopo di lucro, ha l’obiettivo di fornire supporto a uomini che avvertono il pericolo di esercitare qualsiasi forma di violenza sulla donna. In allegato 2, la proposta dell’iter che gli psicoterapeuti hanno proposto per questo tipo di intervento.
Per amplificare la comunicazione su questa tematica e la realizzazione del progetto Salviamo Otello, la Fondazione ringrazia tutti coloro che potranno condividere e sostenere la realizzazione del progetto stesso.